Le storie di ISAL

Le storie di Paola: la storia di Mario

Ciao a tutti,

eccoci con una nuova storia del gruppo “Noi quelli del dolore cronico”.
Questa volta vorrei portare l’attenzione alla difficoltà nell’ottenere una diagnosi precisa nonostante i numerosi e diversificati consulti che accomuna molti di noi e alla necessità di nascondere sintomi e dolore per evitare di perdere le persone che ci stanno vicino e persino coloro che amiamo.
Ecco la storia di Mario

Ho 61anni. Circa 5 anni fa ho cominciato ad avvertire, la sera, una sorta di correnti elettriche che mi attraversavano il braccio destro. Mi sono molto impaurito perché non avevo mai percepito sensazioni simili e non sapevo cosa fare, letteralmente mi atterrivano. Ho cominciato ad indagare, in particolare un’eco articolare ha evidenziato una lesione del tendine sovraspinoso dx. Alla luce della diagnosi, ritenevo che il problema fosse di natura ortopedica. Ho cominciato ad eseguire delle onde d’urto, anche se percepivo che non era quella la sede del dolore, che nel frattempo cominciava a farsi importante e mi caricava di ansia. Mi sono recato  in terapia del dolore ad Ancona, dove mi hanno prescritto come farmaco di pronto intervento il versatis cerotto, ma senza esito. Ho eseguito una risonanza magnetica al tratto cervicale, che non ha evidenziato nulla che potesse spiegare l’origine del dolore. Poi una peridurale a livello cervicale, sempre in terapia del dolore ad Ancona, anche questa senza effetto. Avrei dovuto essere sottoposto a radio frequenza alla spalla per la quale non sono mai stato convocato, nonostante le numerose sollecitazioni. Ho praticato molta fisioterapia su consiglio di un ortopedico e a settembre, non avendo avuto risultati, ho subito un intervento al tendine. Il giorno dopo ero punto e a capo e nello scoramento. Ho provato con lyrica, senza risultati. Frattanto il dolore si faceva sempre più importante. Primo scivolamento sul versante depressivo. Improvvisamente, tempo dopo, il dolore è dilagato, con sensazioni lancinanti al II, III e IV dito del piede dx. Ho consultato un ortopedico che mi ha inviato ad eseguire una ecografia al piede a Roma, che ha evidenziato due neuromi di Morton. Consultato nuovamente l’ortopedico costui mi ha consigliato l’asportazione chirurgica, ma titubavo in quanto il parere di un secondo ortopedico da me interpellato contrastava con quello del primo. Ho consultato un terzo ortopedico che ha escluso i segni clinici del neuroma. Passavo le notti su internet a cercare una possibile soluzione, sempre in preda ad un’ansia crescente unita a forti preoccupazioni. La circostanza particolare è che la sera, quando tutt’ora vado a letto, il dolore alla spalla e al piede  piano piano si acquieta e la mattina mi sveglio senza. Appena metto il piede a terra cominciano le fitte lancinanti, che mi accompagnano per tutta la giornata senza tregua. Alla terapia del dolore di Chieti il primario mi dice: “Sono convinto che lei provi dolore, ma non so produrre una diagnosi”. Al termine di vari tentativi terapeutici mi ha liquidato dicendomi che non sapeva più cosa fare per me. Ho tentato anche con l’agopuntura diverse volte, senza alcun beneficio. Vari sanitari mi hanno inquadrato come ‘paziente difficile’. Nuovo scivolamento depressivo, fino a cominciare a pensare al suicidio, considerato che la qualità della mia vita era praticamente nulla, avvolto come ero nella spirale del dolore. Consulto anche uno psichiatra, tentando con l’ipnosi , ma ancora una volta senza nessun risultato. In tutta questa vicenda ho rischiato di perdere per due volte la mia compagna che non capiva come io potessi stare così male e così depresso per un “semplice dolore”. Sono ad oggi costretto a nasconderle il mio vissuto di sofferenza stringendo i denti. Ho provato anche con il protocollo MBSR della mindfulness senza risultati sul dolore, ma con qualche passetto nella gestione della sofferenza psicologica lavorando su pensieri ed emozioni correlate. La mia vita è difficile: vado avanti con coraggio e, nonostante tutto, voglia di vivere una vita “normale”. Prima ero uno sportivo a tutto tondo, adesso è come se vivessi un profondissimo lutto e provo invidia per coloro che sorridono e sono sereni vivendo una vita senza dolore. Ogni giorno mi sveglio con l’ansia e una forte preoccupazione che si estende anche al futuro, alla progettualità, alla capacità lavorativa, all’essere in grado di portare avanti il rapporto con la mia compagna e la mia normale vita di relazione. Attualmente sono in terapia da una psicoterapeuta cognitivo-comportamentale. Ecco, questa è la mia storia, una storia  di dolore vissuta nel silenzio, per non disturbare troppo gli altri.

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