Dolore cronico, il punto sulla ricerca della Fondazione ISAL
“In questo periodo abbiamo diversi progetti in atto, che vanno dalla ricerca di modelli di studio alternativi per la comprensione del dolore, alla combinazione di casi clinici con la ricerca di base”. A parlare è la biotecnologa Valentina Malafoglia, ricercatrice della Fondazione ISAL.
La Fondazione ISAL, in rete con altri centri italiani e non solo, è impegnata nell’indagare cause e meccanismi cellulari del dolore cronico. Il campo di azione primario è lo studio della predisposizione al dolore cronico e lo sviluppo di modelli clinici-laboratoristici a basso costo, che permettano di estendere gli studi su larga scala, così da avere maggiori probabilità di sviluppare cure efficaci.
“Insieme ai colleghi del San Raffaele Pisana di Roma e dell’Università di Roma 3 recentemente abbiamo partecipato, proponendo progetti che coinvolgono le nanotecnologie, all’assegnazione di fondi nazionali per la ricerca – continua Valentina Malafoglia –. Aspettiamo fiduciosi la risposta”. Contemporaneamente, si sta organizzando un gruppo di lavoro internazionale, a cui prenderà parte anche il dottor Vanni Caruso dell’Università di Uppsala in Svezia, per partecipare a bandi europei.
“La ricerca nel campo del dolore cronico è molto ardua, la soggettività dei sintomi e la difficoltà nell’interpretarli rende tutto molto complicato – conclude Valentina Malafoglia –. Proprio per questo è fondamentale un approccio multicentrico, attraverso il quale persone con esperienza diversa possono dare il loro singolo contributo per combattere un problema comune”.