Fabio Dori: “Il dolore e’ passato, con i nostri gioielli diciamo grazie”
È una storia che si sta avviando verso il lieto fine quella di Fabio Dori, 43enne di Terranuova Bracciolini, comune in provincia di Arezzo. Una storia che, però, ha prima attraversato la sofferenza, la rinuncia al lavoro, agli affetti più cari e alla passione per le percussioni. A dare la svolta l’incontro, quasi fortuito, con un medico che lo ha “rimesso al mondo” e a cui è rimasto più che legato, tanto da raccogliere fondi per aiutarlo a diffondere cure e terapie per chi è afflitto dal dolore cronico.
Il calvario di Fabio è iniziato sei anni fa con la rimozione di una costa soprannumeraria cervicale. “Dopo l’intervento si è scatenato un dolore costante allucinante, che dal collo si irradiava al torace, al braccio e su all’orecchio e all’occhio” racconta. Ha dovuto prendersi aspettative e periodi di malattia dal lavoro (“Ma per fortuna non ho perso il posto, ho un contratto che mi tutela”) e non ha potuto godersi come voleva la famiglia e i due figli che crescevano. “Non riuscivo neanche a dormire la notte, è stata dura”.
Per tre anni ha girato chirurghi, specialisti vari, pure cardiologi. “Nessuno riusciva a capire che cosa avessi, qualcuno mi ha detto che era un tumore – continua –. Ho fatto terapie e trattamenti di ogni tipo, i farmaci oppioidi mi davano sollievo solo per un paio d’ore e poi il dolore tornava come prima”. Quando stava per decidersi a fare un nuovo (e probabilmente inutile) intervento chirurgico, un medico gli ha consigliato di recarsi prima da un bravo terapista del dolore di Rimini: era il professor William Raffaeli, il presidente della Fondazione ISAL.
“Raffaeli ha capito subito che cosa fosse e mi ha detto di fare un’elettrostimolazione midollare”. Così è stato. Due anni fa, dopo aver superato la prova con lo stimolatore temporaneo, gli è stato posizionato l’impianto definitivo, costituito da un catetere-elettrodo e raccordato a uno stimolatore e a una piccola batteria: il tutto posizionato sotto la pelle. “Su di me ha funzionato, sono stato quasi da subito bene, il dolore è sparito, anche se devo ancora stare attento a fare alcuni movimenti e a sollevare pesi”. La batteria, lui che ha studiato al conservatorio ed è pure andato in tournée con Pupo e Fiordaliso, non riesce più a suonarla: “Però la sto insegnando a mio figlio”.
Se il dolore cronico, come ogni malattia, è un fatto che colpisce prima l’individuo e poi si abbatte su tutta la famiglia, lo stesso vale per la guarigione. Per aiutare il professor Raffaeli nella sua missione con la Fondazione ISAL, Fabio con la moglie Roberta Fabio si è imbarcato in una bella avventura. “Un anno e mezzo fa abbiamo iniziato a produrre e vendere gioielli per l’ISAL, ma a dire il vero è mia moglie che fa tutto”. Quando stacca da lavoro, Roberta si mette a realizzare bracciali, collane, orecchini e anelli in pelle. “A volte sta sveglia fino alle 3, ma non le pesa troppo, si sente bene a fare così”.
Il passaparola tra amici e i banchetti allestiti in sagre e feste comunali (“Ora abbiamo anche un gazebo dell’ISAL e con i gioielli distribuiamo i volantini della Fondazione”) hanno reso le creazioni di casa Dori richiestissime. “Non riusciamo più a stare dietro alle ordinazioni”. Fino ad ora sono stati devoluti all’ISAL già 1800 euro, ma altri 500 sono pronti per il versamento. Un paio di settimane fa, Fabio ha dovuto fare un nuovo intervento per riposizionare l’impianto per l’elettrostimolazione midollare, che si era spostato a seguito di un incidente in scooter. “Mi ha operato sempre il professor Raffaeli, è lui il mio riferimento”.