Terapia del dolore cronico

Gianvincenzo D’Andrea: “Il mio impegno contro il dolore”

La qualità non è mai un fatto casuale, è sempre il risultato di uno sforzo intelligente”. Gianvincenzo D’Andrea, ex direttore di anestesia e rianimazione dell’Ospedale di Sulmona, ama citare lo scrittore, artista e critico inglese John Ruskin per raccontare il suo impegno come presidente dell’associazione territoriale ISAL della Valle Peligna, nell’aquilano.

Coordinatore per l’Abruzzo e il Molise delle iniziative per Giornata europea contro il dolore del prossimo 12 ottobre, il dottor D’Andrea è già riuscito a coinvolgere una trentina di Comuni (“l’anno scorso erano tre”) e a trovare il sostegno delle circa 60 filiali abruzzesi e molisane della Banca di credito cooperativo (Bcc). “Ho sempre creduto nella necessità di dare una risposta al dolore – dice – e togliere la sofferenza a chi ce l’ha è un obiettivo che tutti, istituzioni, classe medica, cittadini e associazionismo, dobbiamo condividere”.

Dottor D’Andrea, come è avvenuto l’incontro con ISAL?
C’è un vecchio e consolidato rapporto di amicizia con il presidente della Fondazione ISAL William Raffaeli legato alle nostre vicende professionali. Avendo interessi convergenti e condividendo lo stesso impegno nella terapia del dolore, dopo che sono andato in pensione ho dato subito la mia disponibilità a impegnarmi anche nelle attività più sociali della Fondazione”.

Nel 2012 è nata l’associazione territoriale ISAL della Valle Peligna. Di che cosa vi siete occupati fino a oggi?
Fondamentalmente sono stato impegnato nel promuovere l’ISAL e le sue attività nella valle Peligna e in Abruzzo. A ottobre abbiamo organizzato la Giornata contro il dolore in tre Comuni della zona, Sulmona, Pratola Peligna e Raiano, cosa che è stata possibile grazie anche alla collaborazione di altre associazioni del territorio e al sostegno di sette filiali della Banca di credito cooperativo, che ci ha aiutati a veicolare il messaggio che il dolore cronico può essere curato. Per informare e sensibilizzare i cittadini, nel novembre dell’anno scorso abbiamo anche realizzato un incontro pubblico sulla terapia del dolore, che ha portato al teatro di Pratola Peligna circa 400 persone”.

Lei sembra puntare molto sul lavoro in rete. È così?
Sono convinto che per diffondere informazioni sulla terapia del dolore e sui centri presenti sul territorio, si debbano attivare tutti i canali possibili. È questo che mi ha spinto, contando anche sulla collaborazione a livello nazionale tra l’ISAL e il gruppo bancario Iccrea, ad attivare una partnership con la Federazione Abruzzo e Molise della Bcc, che da quest’anno metterà a disposizione la sessantina di agenzie che ha sul territorio per promuovere la Giornata contro il dolore, diffondere la conoscenza del numero verde attivato dall’ISAL, ma anche per ottenere donazioni a favore della ricerca scientifica e realizzare all’interno delle filiali delle postazioni informative con medici e terapisti”.

Crede che questa collaborazione possa essere replicata anche in altri territori?
Il sistema Bcc conta in tutta Italia circa 400 banche di credito cooperativo. Sono istituti ben radicati sul territorio, che per statuto non possono fare dividendi, ma solo destinare gli eventuali utili a finalità sociali. E che cosa c’è di più sociale nel dare una risposta a chi soffre?”.

Ma qual è la situazione della terapia del dolore in Abruzzo?
Nonostante quella della terapia del dolore sia una rete a maglie molto larghe, l’Abruzzo si trova ancora in cassa buona parte delle risorse assegnate dallo Stato per l’attuazione della legge 38/2010. In tutta la regione manca ancora una struttura a cui possa rivolgersi chi ha problematiche complesse di dolore, mentre ci sono soltanto ambulatori di terapia del dolore, i principali a L’Aquila e a Chieti. Per questo abbiamo lanciato una sfida…”.

Quale?
Dedicare al dolore cronico una residenza sanitaria assistenziale di proprietà dell’Asl della provincia dell’Aquila, costruita a Pratola Peligna 14 anni fa e che non è mai stata utilizzata. È una struttura pronta all’uso, che darebbe lavoro a 60 persone e in cui si potrebbe fare terapia, ma anche ricerca sul dolore, contando sul sostegno fondamentale della Fondazione ISAL e sulle disponibilità della Bcc e della Federazione Abruzzo e Molise a stanziare risorse economiche per il sostentamento della stessa e per borse di studio rivolte a giovani ricercatori”.

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