Mal di testa cronico, neurostimolazione sottocutanea efficace nel 70% dei casi
Benefici per oltre 7 pazienti su 10, con diminuzione dell’assunzione di analgesici e miglioramento complessivo della qualità della vita. Questi i risultati della ricerca sull’applicazione della neurostimolazione sottocutanea alle persone affette da mal di testa cronico, condotta Paul Verrills, direttore medico della Metro Spinal Clinic di Melbourne, e di prossima pubblicazione sulla rivista scientifica Neuromodulation.
La neurostimolazione sottocutanea consiste nell’innesto di uno o più elettrodi nel punto all’origine del dolore. Si tratta di una tecnica poco invasiva, come spiegano gli esperti, e praticamente priva di effetti collaterali: non ci sono limiti d’età né controindicazioni. Dopo una prima prova per vedere se il paziente ottiene benefici, in caso positivo si procede con una seconda seduta per l’innesto definitivo del generatore di impulsi.
“È una tecnica relativamente nuova, che si basa su una stimolazione elettrica del sistema nervoso periferico, che sostituisce il dolore con un altro impulso”, afferma Giovanni Frigerio, terapista del dolore presso il Barolat Neuromodulation Institute Europe di Appiano Gentile (Como). “Una volta escluse patologie correlate, la neurostimolazione sottocutanea si è rivelata una valida alternativa ai farmaci”.
Lo studio del dottor Verrills ha coinvolto per oltre 4 anni 83 pazienti che soffrono di mal di testa, a cui sono stati impiantati uno o più elettrodi sottocutanei nelle zone dove avvertivano più dolore. Di questi, 60 pazienti hanno detto di avere avuto un miglioramento in seguito all’innesto e 41 hanno riportato un miglioramento di oltre il 50%. L’83% dei pazienti ha ridotto l’uso di analgesici o di farmaci profilattici (presi all’insorgenza dei sintomi o preventivi) e sono anche state osservate diminuzione di disabilità e depressione. In 10 casi è stata necessaria una revisione chirurgica (risistemazione elettrodo), ma non sono state riportate complicazioni a lungo termine.
“Il mal di testa è uno dei motivi più frequenti per cui i pazienti si rivolgono a noi, soprattutto giovani e donne” prosegue Frigerio. Nove persone su 10 l’hanno provato almeno una volta nella vita; il 50% hanno diversi attacchi durante l’anno. “Nel 18% dei casi il paziente ne soffre per tutta la vita, senza trovare una soluzione – aggiunge –. Le cause sono diverse e non sempre chiare: sicuramente l’ereditarietà è uno dei fattori di rischio più importanti” afferma il terapista del dolore.
In caso di mal di testa persistente (ossia che dura da più di tre mesi, con oltre 4-5 attacchi al mese), il paziente deve fare degli accertamenti per escludere altre patologie e impostare terapie farmacologiche per ridurre il dolore. A lungo andare, tuttavia, i farmaci possono dare assuefazione e diventare meno efficaci. “Ecco perché è importante individuare cure alternative” conclude Frigerio.