Terapia del dolore cronico

Michele Zambelli e Fondazione ISAL: “Con l’impegno ogni traguardo e’ raggiungibile”

Michele Zambelli, il più giovane skipper italiano ad aver terminato la Mini Transat, ha scelto di legare il suo nome alla cura e alla ricerca sul dolore cronico. A bordo della sua nuova imbarcazione, la Fontanot ITA 788 con cui si è appena aggiudicato il Gran premio d’Italia Mini 6.50, ci sarà il marchio della Fondazione ISAL a fianco degli sponsor Enzo Fontanot e Cassa dei Risparmi di Forlì e della Romagna. “Ho voluto appoggiare un progetto così importante, che conosco da tempo – dice il velista, nato a Forlì il 13 giugno 1990 –. Il logo dell’ISAL sarà collocato in un punto ben visibile sia durante la navigazione sia quando la barca è ormeggiata in porto”.

Michele Zambelli ha scoperto verso i 12 anni il suo amore per il mare. “È nato quasi per caso– racconta –. Ho fatto regate in diverse classi, ma poi è stata più forte la voglia di scoprire cosa ci fosse dall’altra parte dell’orizzonte”. Passato dalle coste romagnole a quelle del Giro d’Italia a vela, nel 2009 ha seguito su un’imbarcazione d’appoggio la Mini Transat, la storica regata atlantica. Nel 2011 e nel 2012 si è aggiudicato il titolo di campione italiano classe Mini 6.50. Nel 2013, il ritorno alla Mini Transat, ma questa volta in gara, dove si è classificato al decimo posto.

Siamo partiti in 84 e arrivati in 50” racconta. Per attraversare le 4000 miglia che separano Sada, in Spagna, da Guadalupe, ha impiegato 24 giorni, 20 ore, 10 minuti e 5 secondi esatti. Ha navigato 24 ore su 24 su una barca di appena 6 metri e mezzo, ma con una superficie velica di un’imbarcazione lunga il doppio: come affrontare l’Atlantico su un guscio di noce. “Il 6.50 è una barca bassissima, leggerissima e velocissima – continua –. Alla Transat prendi schizzi d’acqua in faccia tutto il tempo, dormendo giusto 20 minuti ogni ora sulle vele bagnate”.

Alle 5:55 dello scorso 8 dicembre lo skipper ha finalmente tagliato la linea d’arrivo. “È stato il compimento di un sogno costato fatica e sacrifici”. Un sogno che ora continua. La sfida, infatti, è gareggiare alla Mini Transat del 2015. Ma prima di arrivarci ci sono le tante regate da affrontare tra Italia e Francia per centrare le qualificazioni e per prendere confidenza con la nuova Fontanot 788, un prototipo di ultima generazione. “Ma siamo partiti alla grande con un secondo posto alla Lorient Bretagne Sud”.

I prossimi impegni di Michele Zambelli sono la Transtyrrehnium (11-21 maggio) e la Les Sables-Les Açores-Le Sables (22 luglio), una regata talmente rinomata da essere considerata, per prestigio e difficoltà, seconda solo alla Transat. “Nel mio piccolo so che cos’è il dolore, la vita a bordo è dura e fatta di rinunce e sacrifici – aggiunge –. Nelle lunghe ore in solitaria ho avuto modo di pensare a chi soffre e anche questo mi ha fatto avvicinare all’ISAL”. Navigando, però, il velista ha imparato soprattutto una cosa: “Con determinazione, coraggio e impegno ogni traguardo può essere raggiunto”. Un messaggio che anche l’ISAL fa suo.

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