Pain Alliance Europe con ISAL per cambiare le politiche UE
Si è conclusa il 23 giugno, a Bruxelles, l’assemblea di Pain Alliance Europe (PAE – http://www.pae-eu.eu) che, come ogni anno, ha riunito tutte le associazioni del Continente che, come ISAL, lottano per informare, formare e fare ricerca sul dolore cronico.
Chiara Moretti, responsabile segreteria di coordinamento organizzativo nazionale e internazionale di ISAL, ha seguito l’evento in rappresentanza della Fondazione, già partner di PAE.
Servono nuove e condivise politiche per uniformare il messaggio da portare all’Unione Europea affinché il dolore cronico sia riconosciuto come vera e propria malattia, a livello istituzionale e nella coscienza della società civile.
Il progetto richiede però, preventivamente, di costituire una visione più omogenea dell’impatto, a livello di costi sanitari e sociali, del dolore cronico nei diversi Paesi. Solo così si potranno portare proposte e incidere sulle politiche comunitarie. Da questo convincimento nasce quindi la volontà delle associazioni e Fondazioni aderenti a PAE – ISAL compresa – di programmare un’indagine che sia allo stesso tempo conoscitiva e comparativa tra le diverse realtà europee. Si tratta di uno studio qualitativo – si precisa da Bruxelles – che deve partire dall’ascolto di chi vive quotidianamente nel dolore e quindi dall’ascolto del peculiare, singolo, punto di vista, e che ha l’ambizione di ricostruire i costi della problematica nei diversi contesti europei.
Per parte sua, quindi, anche ISAL offrirà dati partendo da una propria inchiesta da svolgere a livello nazionale. Il progetto, che studierà campioni di malati per ogni nazione, intende così superare i dati che forniscono gli studi già esistenti dell’epidemiologia classica e, mediante interviste, costruire un quadro qualitativo nuovo che prescinda dalla pura statistica. Il giorno successivo all’assemblea, ancora a Bruxelles, presso il Parlamento Europeo, ISAL ha partecipato a un confronto con europarlamentari sul tema della prevenzione del dolore cronico e della tutela nel campo lavorativo.
La Fondazione riconosce l’importanza di fare gruppo a livello europeo, sia per rafforzare e avviare percorsi verso il riconoscimento del dolore come malattia da prevenire e curare, ma anche e soprattutto per far sì che si creino nuovi spazi dedicati alla ricerca sul dolore cronico. Ad oggi non esistono, infatti, bandi di ricerca europei ai quali partecipare per sviluppare ricerche e indagini su questo tema.
Il prossimo appuntamento con le associazioni e fondazioni europee che fanno parte di PAE è fissato in occasione della Giornata Mondiale 100 città contro il dolore, in calendario il prossimo 3 ottobre. Diverse sono, infatti, le associazioni internazionali che aderiranno e appoggeranno la Giornata organizzata da ISAL tramite lo sviluppo di eventi e manifestazioni all’estero.