Per la cura del dolore il nome del farmaco non conta
Siamo lieti che anche la Fondazione Veronesi sia attenta al tema dolore. Il collega Prof. Marchettini è un pioniere dello studio del dolore ed è stato un docente della scuola di formazione ISAL fin dai suoi esordi. Bisogna continuare ad enfatizzare che per curare il dolore il nome del farmaco non conta e a volte non basta un analgesico.
Innanzitutto bisogna classificare l’esatta tipologia di dolore, giacché alle differenti sindromi dolorose corrisponde un differente approccio di cura.
Farmaci come gli anti-epilettici o gli antidepressivi sono infatti trattamenti di prima scelta in alcune condizioni di dolore, perché interferiscono con i meccanismi che lo generano.
E’ il caso del dolore neuropatico, la cui terapia è rivolta a stabilizzare il segnale distorto dell’informazione nocicettiva. In questo caso i farmaci più efficaci sono i bloccanti dei canali del Calcio (come il Pregabalin) o i gabapentinoidi in genere oppure in casi selezionati la Cannabis sativa. Molecole potentissime quali i derivati delle Fenciclidine (es. l’antica ketamina) purtroppo sono ancora dense di gravi effetti avversi. E’ su questa categoria di dolori complessi e spesso di difficile cura quali il dolore da Arto Fantasma o da lesioni cerebrali e spinali che opera la Ricerca della Fondazione ISAL per dare una cura ai tormenti della sofferenza.