Su Sanità & Benessere è stata pubblicata la nostra Survey italiana sulla percezione del dolore cronico
LO STUDIO DEL 1998 DELL’ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLA SANITÀ SULL’INCIDENZA DEL DOLORE CRONICO IN 14 PAESI, RILEVAVA CHE IL 22% DELLA POPOLAZIONE RIFERIVA UNA CONDIZIONE DI DOLORE PERSISTENTE DA PIÙ DI 6 MESI. SI STIMA CHE IN ITALIA LE PERSONE CHE SOFFRONO DI DOLORE CRONICO SIANO CIRCA 13 MILIONI
Il dolore cronico è un problema sanitario riconosciuto a livello internazionale, in particolare in quanto fattore di multi-morbidità e nelle condizioni croniche. L’insieme degli stati patologici caratterizzati da una condizione di dolore cronico generano per gli Stati costi sanitari diretti ed indiretti.
Nonostante la vastità dei dati disponibili, ad oggi la pubblica informazione relativa alle opzioni di presa in carico delle condizioni di dolore cronico rimane insoddisfacente e l’Italia non rappresenta un’eccezione in questo senso: molti cittadini segnalano che non sanno a chi rivolgersi poiché manca, nella percezione delle persone, una sollecita indicazione da parte dei medici di medicina generale su quali siano i centri specialistici a cui affidarsi, e quali siano le cure più efficaci nel trattamento del dolore cronico.
Fondazione ISAL, operante dal 1993 nell’area della ricerca e formazione sul dolore e la sua terapia, promuove dal 2009 una Giornata internazionale denominata “Cento Città contro il Dolore”. La campagna di sensibilizzazione sociale si svolge a livello nazionale e internazionale nelle piazze, negli ospedali e in altri luoghi civici con lo scopo di diffondere i temi scientifici e culturali che riguardano il dolore cronico, le numerose malattie che possono generare stati di dolore cronico, le differenti strategie di cura.
Durante la settima edizione della Giornata è stato somministrato sul territorio nazionale il questionario “Perché il dolore non sia una tortura, diamo una mano alla terapia”, strutturato al fine di indagare le percezioni e le prospettive delle persone rispetto alla prevenzione e all’accesso alle cure, sancito dalla legge italiana 38 del 2010.§
L’indagine è stata effettuata con il contributo non esclusivo e incodizionato di St. Jude Medical per un periodo di sei mesi, mediante la somministrazione di un questionario strutturato in cinque macro-aree tematiche: incidenza del dolore cronico, tipologie di trattamento impiegate per la cura, accesso alle opzioni terapeutiche, soddisfazione delle cure, percezione del dolore cronico come problema sanitario.
Sono stati raccolti complessivamente 724 questionari, di cui 94 compilati online e 630 in formato cartaceo. Le regioni di maggiore provenienza dei questionari sono state il Lazio, il Veneto, l’Abruzzo, l’Emilia Romagna, la Lombardia, la Campania e la Puglia. Solo il 2% dei questionari è stato compilato da individui sofferenti di dolore cronico, nel restante 98% dei casi le risposte sono state date da persone a conoscenza di qualcuno che soffre di dolore cronico (26% conoscenti, 72% famigliari).
Il questionario ha proposto alcuni risultati interessanti da tenere in considerazione:
• Il dolore cronico è una patologia che colpisce tutte le fasce d’età con un picco massimo nella fascia 51- 70 anni d’età (47%) il 28% nella fascia 35-50 anni e il 12% nella fascia d’età 18-35 anni.
• In merito all’utilizzo delle cure si riscontra al primo e al secondo posto la predominanza di farmaci analgesici ed antidolorifici generici e di anti-infiammatori, mentre i farmaci oppiacei sono al quarto posto. Il 25% di chi assume farmaci ha riferito effetti collaterali. Un ulteriore dato da segnalare riguarda il 4% della popolazione che ha segnalato l’impossibilità di accedere ad un trattamento efficace per la cura del proprio dolore.
• L’impiego di terapie innovative per la cura del dolore cronico come i neuro stimolatori risulta ancora limitata, solo il 25% ne conosce l’esistenza. L’81% dei soggetti affetti da dolore cronico o a contatto con un sofferente dichiarano che accetterebbero una terapia con neurostimolatore anche se solo il 58% dei soggetti considera questa opzione terapeutica valida e la prenderebbe effettivamente in considerazione. Il 72% della popolazione che ha avuto un buon risultato nella gestione del dolore cronico con l’utilizzo del neurostimolatore consiglierebbe questo trattamento ad altre persone.
La legge 38/10 che ha permesso all’Italia di dotarsi di una normativa che sancisce il diritto alla cura delle persone affette da patologie dolorose risulta, dopo 5 anni dalla sua emanazione, ancora non efficacemente implementata. Come l’indagine rivela, nella popolazione italiana rimane ancora una scarsa conoscenza dei centri specialistici per la cura del dolore e il 22% delle persone colpite da dolore, o vicine ad una persona che ne soffre, afferma di non aver mai ricevuto alcun orientamento verso una cura adeguata. Questa situazione problematica segnala la necessità di implementare in maniera più efficace la conoscenza e le opzioni di trattamento dei cittadini per il trattamento del dolore.
Da sottolineare invece un importante dato emerso dall’indagine che riguarda la consapevolezza nella coscienza collettiva della cittadinanza della rilevanza del tema del dolore quale patologia che necessita di una risposta sanitaria appropriata: la maggioranza assoluta degli intervistati afferma difatti di considerare il dolore cronico come una vera e propria malattia e ritiene che per essa debbano essere fornite risposte sanitarie adeguate.