Terapia del dolore cronico

William Raffaeli al Festival Francescano: “La serenita’ oltre il dolore”

Si è parlato di gioia e di dolore nella tavola rotonda organizzata sabato 27 a Rimini per la Giornata “Cento città contro il dolore” all’interno del Festival Francescano, la manifestazione dedicata al dialogo, alla pace e alla spiritualità, che quest’anno ha ruotato attorno al tema della “vera e perfetta letizia”. Un “argomento profondamente francescano” ha spiegato fra Alessandro Caspoli, presidente del Festival, perché la “vera e perfetta letizia è l’atteggiamento di chi accetta con serenità anche le difficoltà”.

L’incontro, che si è tenuto di fronte a oltre 400 persone nella splendida cornice del Tempio Malestano, ha messo a confronto scienza, religione e psicologia sul modo di affrontare il dolore. Protagonisti sono stati il professor William Raffaeli, presidente della Fondazione ISAL, il senatore Sergio Zavoli, tra i più noti giornalisti italiani e presidente onorario dell’ISAL e fra Giovanni Salonia, religioso, psicologo, psicoterapeuta e cofondatore del primo Istituto di psicoterapia della gestalt in Italia.

Il vero dolore, se viene attraversato, diventa vera letizia – ha detto fra Giovanni Salonia –. Il vero farmaco? Sono le relazioni”. “Non bisogna conoscere Kierkegaard per dire che il dolore lo si può giudicare soltanto se si è in grado di soffrirne – aggiunge Sergio Zavoli –. Di dolore è riempita l’umanità, ci sono dolori profondi, che riguardano l’interiorità, la relazione con il resto del mondo, le delusioni umani, l’incompiutezza, la fragilità, e lo dico perché li ho provati”.

Per giungere alla letizia dobbiamo attraversare il dolore e uscirne indenni – conclude il professor Raffaeli –. Non è possibile togliere tutto il dolore che abbiamo, le sofferenze per chi ci abbandona, per i lutti, per non essere amati o compresi, noi vogliamo togliere quel dolore in più, che ci allontana dalla famiglia, dalle nostre condizioni più profondi, noi vogliamo togliere il dolore fisico, che non appartiene alla natura dell’uomo se non per una indifferenza”.

 

 

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