Giorgia Soleri e la sua battaglia contro la vulvodinia e il dolore cronico
Giorgia Soleri è una giovane modella e influencer, di soli 25 anni, con oltre 500.000 followers su Instagram, che da qualche tempo ha condiviso pubblicamente la sua storia che, come spiega, è “fatta di dolore cronico e ritardo diagnostico, tra vulvodinia, ipertono pelvico, endometriosi e adenomiosi”.
La vulvodinia – spiega l’Aiv (Associazione italiana vulvodinia) – indica una varietà di condizioni cliniche il cui sintomo comune è “un dolore cronico, continuo o intermittente, spontaneo o provocato, e invalidante che interessa i genitali esterni femminili”.
La scelta di Giorgia Soleri di raccontare la sua esperienza è stata molto importante per sensibilizzare un vasto pubblico su queste patologie e mantenere alta l’attenzione.
Al suo fianco in questa battaglia anche Damiano David, leader dei Maneskin, che in più occasioni ha contribuito a dare visibilità alla causa.
Gesti importanti, come sottolinea Michael Tenti, psicologo e ricercatore, referente della Scuola di psicologia Isal: “È necessario ribadire con chiarezza che la vulvodinia non è una malattia psicogena, come spesso è stato impropriamente detto, ma organica. È importante che personaggi con questa visibilità pubblica ne parlino perché è fondamentale superare alcuni pregiudizi ancora molto presenti che tendono a raccontare le donne affette da vulvodinia solo come ansiose o depresse. La stessa Giorgia Soleri ha ricevuto molte critiche e attacchi sui social, per questo il suo gesto è ancora più coraggioso”.
Aggiunge l’esperto: “Benché la vulvodinia comporti quasi sempre alterazioni organiche spesso non sono riscontrabili e a volte è difficile diagnosticarla perché è una patologia ancora poco studiata e conosciuta. Per questo la ricerca è importante: serve un processo diagnostico sempre più rapido e preciso. Fondazione Isal è da anni impegnata in questa direzione attraverso la ricerca di biomarker che rendano sempre più efficace la diagnosi”.
Quando il dolore cronico entra a fare parte della vita di qualcuno che vive una relazione di coppia è molto importante che ci sia anche un dialogo e un reciproco sostegno, proprio come il legame tra Damiano e Giorgia ha mostrato.
Conclude, infatti, lo psicologo: “È importante trovare una modalità di condivisione all’interno della coppia, potendo parlare anche degli aspetti più dolorosi correlati alla malattia. È anche questo un modo per conoscere più a fondo il/la proprio/a partner, per sostenerlo/a e sentirsi ancora più vicini. La malattia non deve essere un fattore che divide ma può unire ancora di più due persone che si amano, proprio come Giorgia e Damiano ci dimostrano. Le emozioni, anche negative, fanno parte della malattia e della vita. Viverle insieme aiuta a rendere le difficoltà più leggere”.
Solidarieta’ e vicinanza a tutte le donne che soffrono di vulvodinia. Io ne ho sofferto per ben 7 anni ora ho qualche recidiva ma ne sono uscita con la tecnica del Reiki ( rilassamento e riequilibrio energertico) oltre a varie terapie mediche.
Se qualcuna volesse informazioni lascio questo numero 349 8380935
Un caro saluto a tutti.