Alimentazione e dolore

Alimentazione e dolore

Mangiare sano aiuta a prevenire e gestire molte malattie croniche e sempre maggiori evidenze scientifiche dimostrano l’importanza di una sana alimentazione anche nel dolore cronico.

Ma perché l’alimentazione può migliorare il dolore? E quali sono gli alimenti da preferire o evitare?

La dieta può avere effetti positivi sul dolore cronico per diverse ragioni:

  1. L’alimentazione può migliorare la funzionalità del sistema nervoso, immunitario ed endocrino, influenzando direttamente l’esperienza di dolore.
  2. Perdere o mantenere il peso riduce il carico sulle articolazioni e gli stati infiammatori.
  3. L’alimentazione e il peso corporeo influiscono sul rischio e/o sulla gravità di altre malattie croniche (ad es. malattie cardiovascolari, diabete, ansia e depressione), che spesso si verificano in concomitanza con il dolore cronico peggiorandolo.

Le indicazioni per una sana alimentazione nel dolore cronico sono molteplici:

  1. Ridurre l’infiammazione per proteggere il corpo dai danni dello stress ossidativo

A tal fine, frutta e verdura rappresentano alimenti importantissimi. Contengono infatti polifenoli, ossia composti con grandi proprietà antiossidanti e antinfiammatorie.

Consigli pratici per i pazienti: a volte potrebbe essere difficile includere un’ampia gamma di frutta e verdura fresca e colorata, sia a causa del potenziale peggioramento del dolore causato dalle attività di preparazione e cottura, sia per la presenza di stati emotivi negativi che favoriscono l’uso di cibo non salutare. Una soluzione potrebbe essere l’inclusione, nella dieta, di verdure miste congelate che sono facili e veloci da usare, mantengono la loro qualità nutrizionale e possono essere conservate per lunghi periodi riducendo la necessità di recarsi nei negozi. Si potrebbe provare un tipo diverso di frutta ogni settimana e includere frutta congelata (ad es. bacche). Le verdure in scatola a ridotto contenuto di sale (es. pomodori e lenticchie) possono essere incorporate anche in pietanze come stufati e primi piatti. Si può anche cercare di includere le verdure nella dieta come spuntino. In particolare, un alimento ricco di polifenoli è il bergamotto, che riduce sia l’assorbimento di colesterolo sia la possibilità di sviluppare ipersensibilità al dolore indotta dai farmaci oppioidi, spesso utilizzati nella terapia del dolore. Anche la curcuma è una sostanza naturale con proprietà antinfiammatorie in grado di ridurre il dolore e il gonfiore articolare in pazienti che soffrono di osteoartrite. L’effetto combinato di curcuma e zenzero sembra addirittura tanto efficace quanto i medicinali solitamente utilizzati per l’osteoartrite.

 

  1. Includere grassi di buona qualità per ridurre l’infiammazione e rafforzare il sistema immunitario grazie all’azione degli omega-3.

Si può considerare l’inclusione di pesce grasso (ad es. salmone e sardine), olio extravergine di oliva, di semi di lino o di canola, nonché semi di lino e noci, per aumentare l’assunzione di omega-3, grassi polinsaturi essenziali per combattere l’infiammazione (componente tipica di molte condizioni di dolore cronico) e rafforzare il sistema immunitario (il cui ruolo nel dolore cronico è messo in evidenza da un numero crescente di ricerche). Gli omega-3 si sono dimostrati utili in malattie dolorose come il dolore articolare e l’artrite reumatoide, l’emicrania, diverse neuropatie periferiche, la dismenorrea e anche l’endometriosi. È invece importante ridurre i grassi saturi e trans come il burro, gli alimenti trasformati e da asporto e gli oli vegetali idrogenati, così come limitare i grassi polinsaturi come gli oli di girasole e cartamo.

Consigli per i pazienti: è utile inserire nella dieta un minimo di 2-3 porzioni di pesce grasso a settimana. Anche gli integratori di olio di pesce possono essere una soluzione. Ne esiste una vasta gamma e per questo può essere utile chiedere consiglio a un dietista o a un medico prima di assumere dosi elevate di integratori di olio di pesce. L’evidenza suggerisce che 3000 mg di omega-3 in un periodo di 3 mesi aiutano a ridurre il dolore, specialmente nell’artrite reumatoide. Gli integratori di olio di pesce contengono una combinazione di EPA e DHA (due tipi di omega-3). È importante garantire che il rapporto EPA/DHA sia ≥1,5. Se si decide di usare integratori di olio di pesce, quindi, è importante un marchio di buona qualità che contenga un’alta dose di omega-3. Anche la frutta secca, specialmente le noci, e i semi di lino e di chia sono una buona fonte di omega-3 e se ne consiglia l’assunzione di 30 g al giorno.

  1. Prevenire le carenze di vitamine e minerali

Le carenze di micronutrienti possono peggiorare il dolore cronico e nelle persone che ne soffrono sono più comuni carenze di vitamina D, vitamina B12 e magnesio. La vitamina D, che deriva principalmente dall’esposizione alla luce solare, è un antiossidante ed è associata all’affaticamento muscolare. La vitamina B12 svolge un ruolo nei processi neurologici legati al dolore, mentre il magnesio è associato a spasmi muscolari, infiammazione e dolore neuropatico.

Consigli pratici per i pazienti: consumare un’ampia gamma di cibi ricchi di nutrienti per assicurarsi di soddisfare il proprio fabbisogno di vitamine e minerali. Ad esempio, carne, pesce e latticini sono buone fonti di vitamina B12, pesce e uova per la vitamina D, mentre verdure a foglia verde e cereali integrali sono ricchi di magnesio. La vitamina D può essere ottenuta anche dall’esposizione al sole. Per la maggior parte delle persone, 10-15 minuti di sole su braccia e gambe quasi tutti i giorni della settimana forniranno la maggior parte del fabbisogno di vitamina D. Tuttavia, questo varierà in base a una serie di fattori come la posizione e il periodo dell’anno.

  1. Assunzione di acqua

La disidratazione può aumentare la sensibilità al dolore. Può anche avere altri effetti sulla salute, specialmente nelle popolazioni più anziane, come una scarsa guarigione delle ferite e costipazione. L’acqua è essenziale per la circolazione dei nutrienti e l’eliminazione dei rifiuti, entrambi fattori che possono influenzare il dolore. La sete viene spesso scambiata per fame e se le persone bevono abbastanza acqua possono scoprire di consumare meno cibo, con benefici sul peso corporeo.

Consigli pratici per i pazienti: l’obiettivo è bere 2-3 litri di acqua al giorno, incorporando piccole bevande frequenti tra i pasti e cibi con un contenuto d’acqua maggiore, ad es. zuppa, frutta e yogurt magro. Per bere abbastanza può anche essere utile riempire una grande bottiglia d’acqua al mattino, anche con tisane senza zucchero, e berne un poco alla volta durante la giornata.

  1. Aumentare il consumo di fibra

La fibra è importante per una corretta digestione e per il mantenimento di un microbioma sano, oltre che per la gestione del peso. Quando si aumenta l’assunzione di fibre, è importante aumentare anche l’assunzione di liquidi. Fibre e fluidi lavorano infatti insieme per promuovere la salute dell’intestino. Il microbiota, ossia l’insieme di tutti i batteri che compongono il tratto gastrointestinale, gioca un ruolo importante sullo stress e nell’insorgere dei disturbi gastrointestinali. Uno squilibrio tra questi batteri può portare a una condizione detta “disbiosi”, la quale può originare varie malattie, tra cui la sindrome metabolica o la sindrome del colon irritabile, che comporta dolore viscerale, gonfiore e cambiamento delle abitudini intestinali.

Consigli pratici per i pazienti: il consumo di fibre dovrebbe essere di 25 g/die per le femmine adulte e di 30 g/die per i maschi adulti. Per raggiungere questi consumi è possibile scegliere pane e pasta integrali, oppure variare la fonte di cereali tra orzo, farro, sorgo, avena, miglio, segale, frumento e mais. Di seguito alcune indicazioni sul contenuto di fibre in particolari alimenti: pane integrale (2 fette=6 g), pasta (1 tazza=10 g), cereali per la colazione (3/4 tazza=4,5 g), psyllium (1 cucchiaio=2 g), crusca (1 cucchiaio=2 g), ma anche misto verdure (1/2 tazza=4 g), frutta con la buccia (1 mela=2 g) e mix di 4 fagioli (1/2 tazza=6 g).

  1. Ridurre e limitare l’assunzione di alimenti con zuccheri ultra-elaborati

Questi alimenti e bevande contengono elevate quantità di energia e quantità molto basse (o nessuna) di nutrienti benefici. Tendono quindi ad aumentare l’infiammazione e l’ossidazione, che possono peggiorare il dolore. Assunzioni più elevate di questi cibi e bevande portano inoltre a un maggiore rischio di malattie croniche come il diabete, che peggiora la prognosi del dolore.

Consigli pratici per i pazienti: scambiate le bevande zuccherate con acqua o acqua minerale non aromatizzata e scegliete spuntini salutari e convenienti come bastoncini di frutta, verdura o yogurt magro. Invece di cibi da asporto, provate a cucinare a casa più spesso. Provate a pianificare i pasti della settimana e ad acquistare gli ingredienti necessari in anticipo. Tenete a mente anche qualche opzione veloce e sana per i momenti in cui vi sentirete più stanchi o in cui il dolore sarà più forte e difficile da gestire. Questo può essere facile e veloce come comprare cibi da asporto.

In conclusione, è bene tenere a mente che alcuni alimenti possono sia essere benefici per alcune categorie, ma nocivi per altre. Questo può variare a seconda della tipologia di dolore cronico e della condizione specifica del singolo individuo. Per esempio, il consumo di soia ha effetti benefici sul dolore ed esercita una funzione antiossidante. Allevia anche il dolore postoperatorio e quello derivato dall’osteoartrite (quest’ultimo solo negli uomini). Tuttavia, sembra che possa peggiorare il dolore dell’emicrania. La soia, così come altri cibi contenenti ossalati (ad es. spinaci, rucola, crusca di frumento, frutta secca a guscio, cioccolato, fragole), è un alimento da consumare con moderazione anche nei casi di vulvodinia o altri dolori genitali. Gli ossalati sono infatti sostanze espulse con l’urina e ad alte concentrazioni potrebbero formare microcristalli a livello renale capaci di accentuare il bruciore.

È quindi evidente che non esistano consigli validi per tutti, per cui è sempre consigliabile rivolgersi a un medico nutrizionista specialista di terapia del dolore.

Fonti:

  • https://www.iasp-pain.org/resources/fact-sheets/nutrition-and-chronic-pain/
  • De Gregori, M., Muscoli, C., Schatman, M. E., Stallone, T., Intelligente, F., Rondanelli, M., … & Allegri, M. (2016). Combining pain therapy with lifestyle: the role of personalized nutrition and nutritional supplements according to the SIMPAR Feed Your Destiny approach. Journal of Pain Research, 9, 1179.
  • De Gregori, M., Belfer, I., De Giorgio, R., Marchesini, M., Muscoli, C., Rondanelli, M., … & Schatman, M. E. (2018). Second edition of SIMPAR’s “Feed Your Destiny” workshop: the role of lifestyle in improving pain management. Journal of Pain Research, 11, 1627.
  • Rondanelli, M., Faliva, M. A., Miccono, A., Naso, M., Nichetti, M., Riva, A., … & Perna, S. (2018). Food pyramid for subjects with chronic pain: Foods and dietary constituents as anti-inflammatory and antioxidant agents. Nutrition Research Reviews, 31(1), 131-151.

A cura di: Dott. Michael Tenti e Dott.ssa Federica Lucchi