Cannabis terapeutica, William Raffaeli: “Basta differenze da regione a regione”
Sì ai cannabinoidi a uso terapeutico, no alle differenze regione per regione che discriminano i pazienti. Questo, in sintesi, il parere del professor William Raffaeli, intervistato dal Corriere Romagna in merito alla storia di Maddalena Migani, la 36enne riccionese malata di sclerosi multipla, che trova sollievo dal dolore solo attraverso la marijuana. Per chiedere al Governo di legalizzarla, la donna ha lanciato una petizione su Change.org, che in pochi giorni ha raccolto 15mila firme.
“C’è una legge che permette alle Regioni che vogliono di poter usar il cannabinoide in certe condizioni cliniche, come la sclerosi multipla o nella cura del dolore cronico centrale” ha spiegato il presidente della Fondazione ISAL, nonché membro della Commissione ministeriale sulla terapia del dolore, alla giornalista Patrizia Cupo. “Eravamo riusciti a costruire una rete italiana per la quale alcune Regioni, ma non l’Emilia-Romagna, avevano adottato la disposizione di poter usare il farmaco: i pazienti del territorio li seguivamo a Fano, perché le Marche sono tra quelle che l’hanno accolta”.
“Ma nel periodo di registrazione di alcuni medicinali di questo tipo all’Aifa, l’Agenzia del farmaco, le Regioni hanno sospeso la somministrazione e così molti malati di dolore cronico si sono ritrovati senza l’unico dispositivo che garantiva loro una migliore qualità della vita – continua Raffaeli –. Sono stati lasciati a terra e ora corriamo rischi altissimi con pazienti che stanno vivendo veri e propri drammi a causa del dolore lancinante“.
Il Sativex è ad oggi l’unico cannabinoide registrato e disponibile in Italia, ma costa tanto. “C’è chi ripiega nei farmaci dall’estero – conclude il presidente della Fondazione ISAL –: ce n’è uno in voga che qualche medico si fa spedire dalla Spagna, ma costa 300 euro al mese”.