Dolore, poco usati gli analgesici nei Pronto soccorso
Su circa tre milioni di accessi annui ai Pronto soccorso italiani, gli analgesici sono usati solo in pochissimi casi: il paziente è trattato secondo le procedure richieste dalla sua patologia o dalla lesione, ma senza una cura specifica per il dolore. È questo il risultato di un’indagine della Società italiana di medicina dell’emergenza e urgenza (Simeu), che per diffondere informazioni corrette e far sì che tutti i pazienti vedano rispettato il loro diritto a non soffrire, dal 2013 porta avanti una campagna educativa e realizza corsi di formazione per medici e infermieri dei reparti d’emergenza.
“I cittadini devono pretendere un’adeguata analgesia anche in Pronto soccorso: non è necessario arrendersi al dolore, perché è possibile eliminarlo” ha detto Fabio De Iaco, responsabile del Pronto soccorso di Imperia e direttore dell’area formativa sul dolore acuto di Simeu, in una recente intervista al Corriere della Sera online. “Ridurre una lussazione di spalla senza alcuna sedazione comporta un dolore acutissimo e fa soffrire il paziente come un cane – continua –. Ma non ce ne sarebbe alcun bisogno”.
Per la Simeu, l’uso dei farmaci contro il dolore, soprattutto gli oppiacei, è gravato da pregiudizi e falsi miti. “I medici temono effetti collaterali gravi, ma un utilizzo sicuro è possibile – aggiunge De Iaco –. Se un paziente ha una gamba fratturata c’è poco da fare, il dolore non passa se non si dà un oppiaceo”. Molte remore anche nel somministrare gli oppiacei agli anziani. “Si teme che morfina e simili possano indurre delirio: nulla di più sbagliato, gli studi hanno mostrato che sono piuttosto proprio il dolore e la mancanza di analgesia a provocare questi disturbi”.
La campagna della Simeu, che proseguirà anche nel 2014, lo scorso anno ha coinvolto poco meno di un migliaio fra medici e infermieri dei dipartimenti d’urgenza, che hanno partecipato a corsi di formazione in 20 città di quasi tutte le regioni d’Italia, da Aosta a Messina. Obiettivo: spiegare perché e come si deve sedare il dolore acuto in Pronto soccorso, così che i medici imparino a usare nel miglior modo possibile morfina, paracetamolo e tutti gli altri analgesici e possano muoversi con correttezza, appropriatezza e umanità con i pazienti.
“Abbiamo già potuto osservare i primi frutti dei corsi, diversi centri italiani hanno iniziato a usare gli oppiacei in modo più opportuno – dice De Iaco –. Si stanno diffondendo anche i protocolli di analgesia al triage, così che gli infermieri possano somministrare analgesici come il paracetamolo efficaci sul dolore moderato: in questo modo i pazienti sono più contenti, hanno la sensazione di essere presi in carico immediatamente e soprattutto possono lenire il dolore”.
Diffondere l’uso degli analgesici nei Pronto soccorso è essenziale soprattutto per le persone più fragili, a partire dai bambini e dagli anziani. “I bambini sono gli ‘ispiratori’ della nostra iniziativa – spiega De Iaco –. Se dobbiamo mettere tre punti a un bimbo per una ferita è indispensabile sedarlo: con i farmaci togliamo il dolore e possiamo anche migliorare il vissuto dell’esperienza, perché consentono di ottenere l’amnesia dell’accaduto facendo sì che il piccolo continui a essere bendisposto nei confronti dei medici e non abbia poi paura del Pronto soccorso”.