Insieme contro il dolore cronico, nasce “Vita INdolore”
“Io e altri pazienti con storie cliniche diverse ci siamo uniti per portare avanti un progetto per noi molto importante. Il denominatore che ci accomuna è il dolore cronico: ne soffriamo tutti da anni”. Così Giulia Roccanova, residente a Correggio, in provincia di Reggio Emilia, racconta la nascita del gruppo Vita INdolore voluto dall’associazione ISAL, di cui è coordinatrice.
“Il dolore quando diventa cronico non è più solo un sintomo, ma diventa una vera e propria malattia che è possibile curare” continua Giulia Roccanova, che per questo commenta positivamente la nuova legge della Regione Emilia-Romagna che regola e facilita l’accesso ai farmaci a base di cannabinoidi: “È un importante passo avanti per migliorare la qualità della vita di chi soffre – spiega –. Prima dell’approvazione la cannabis poteva già essere prescritta, ma i costi d’acquisto, che potevano arrivare anche a 600 euro al mese, gravavano sul paziente. Con l’ approvazione della legge i costi dovrebbero essere a carico del servizio sanitario regionale quindi l’accesso ai farmaci dovrebbe essere possibile a molte più persone che non rispondono alle cure tradizionali”.
Il gruppo Vita INdolore, costituito questa primavera, è formato da persone provenienti da diverse regioni. “Chiediamo che vengano applicati i principi della legge 38/2010 – aggiunge Roccanova –, che sancisce il diritto del cittadino ad essere curato e a non soffrire inutilmente. Il nostro impegno è per il riconoscimento del dolore cronico come malattia disabilitante, per ottenere l’esenzione dal ticket per visite e prestazioni e tutti gli altri diritti che spettano alle persone affette da altre patologie riconosciute. Vorremmo che venissero investite più risorse umane ed economiche per la ricerca scientifica e l’assistenza anche nel campo del dolore”.
Per facilitare la comunicazione tra i membri del gruppo è stato creato su Facebook il profilo di Vita INdolore, che in pochi giorni dall’apertura ha già raccolto 265 amici. “È fondamentale fare divulgazione e informazione – sostiene Giulia Roccanova –. Il nostro fine è coagulare intorno al nostro gruppo il più ampio numero di persone che soffrono di dolore persistente e cronico. Vogliamo prendere contatti con medici e operatori sanitari dei centri di terapia del dolore, per poter distribuire materiale informativo nei reparti e far conoscere ai pazienti l’esistenza del coordinamento”.
Il 27 settembre il gruppo parteciperà attivamente alla Giornata mondiale Cento città contro il dolore. “Per diffondere la cultura del ‘no al dolore’ stiamo coinvolgendo altre associazioni di volontariato che si occupano della cura della persona per organizzare eventi insieme affinché la Giornata contro il dolore abbia maggiore risonanza – annuncia la coordinatrice –. Il dolore riguarda diverse patologie e colpisce senza distinzione alcuna un gran numero di persone. È con l’aiuto di tanti di loro che auspichiamo di vedere concretizzate le nostre aspettative”.
Intanto, il gruppo sta contribuendo alla campagna online #zeropain: pazienti, amici parenti o chiunque sia interessato è invitato a scattarsi un selfie mentre tiene in mano un foglio con la scritta “Io sono contro il dolore” nella propria lingua. Il selfie va poi pubblicato sul proprio profilo Facebook (taggando la pagina della Fondazione ISAL) oppure su Twitter e Instagram, mettendo sempre l’hashtag #zeropain.