Il dolore cronico in Italia: un problema di salute pubblica. I risultati dell’indagine condotta in collaborazione con Fondazione ISAL
Il dolore cronico, definito come dolore persistente o ricorrente per almeno tre mesi, colpisce il 24,1% della popolazione adulta in Italia, secondo un’indagine condotta in Italia su un campione rappresentativo della popolazione (oltre 44000 individui) nel 2019 dall’Istituto Nazionale di Statistica (Istat), in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e la Fondazione ISAL. Questo problema, che interessa circa 10,5 milioni di italiani, aumenta con l’età ed è più frequente nelle donne e nelle persone con condizioni socioeconomiche svantaggiate.
Tra le principali cause del dolore cronico troviamo malattie preesistenti (52%), traumi (21%) e interventi chirurgici (7%). Un dato allarmante riguarda la salute mentale: il 13% delle persone affette da dolore cronico presenta sintomi depressivi moderati o gravi, una percentuale molto più alta rispetto al 2% della popolazione non affetta.
Lo studio evidenzia anche l’importanza di una diagnosi precoce e di un accesso equo alle cure, sottolineando le difficoltà nell’applicazione uniforme della Legge 38/2010, che garantisce il diritto alle cure palliative e alla terapia del dolore. Inoltre, si richiede un maggiore impegno nella ricerca, soprattutto su fenomeni come il “dolore inespresso” e le diagnosi mancate.
Per affrontare questa emergenza sanitaria, è necessario promuovere una “cultura della cura del dolore” e rafforzare il monitoraggio del fenomeno. La prossima rilevazione è prevista nel 2025, con l’obiettivo di migliorare ulteriormente la comprensione di questo complesso problema e sviluppare interventi più efficaci.
L’articolo completo è disponibile a questo link: https://www.iss.it/documents/20126/6683812/Il+dolore+cronico+in+Italia+una+priorit%C3%A0+di+salute+pubblica.pdf/e072ea0a-267a-49a8-915f-a040a01a1253?t=1734616221822