Terapia del dolore cronico

Dolore cronico, impiantato neurostimolatore midollare wireless

Un neurostimolatore midollare wireless per la cura del dolore cronico è stato impiantato su tre pazienti, un uomo di 60 anni e due donne di 71 e 73, al Barolat Neuromodulation Institute Europe, il centro attivo presso la clinica Le Betulle di Appiano Gentile (Como). “Un semplice intervento di mezz’ora per dire addio a dolori alla schiena e alle gambe che si trascinano da anni” dicono Claudio Reverberi, Giovanni Frigerio e Rodolfo Bucci, i dottori che hanno eseguito l’intervento.

Si tratta di una vera e propria rivoluzione nel settore – spiega Frigerio, anestesista e terapista del dolore –, è una novità tecnica che semplifica ulteriormente la vita dei pazienti, riducendo il numero di interventi necessari per l’impianto del neurostimolatore e rendendo più semplici i movimenti nella vita di tutti i giorni”.

La neurostimolazione midollare, aggiungono gli esperti, “viene utilizzata con successo da oltre 40 anni per combattere il dolore cronico, ossia quei dolori che sono fortemente invalidanti per i soggetti che ne soffrono. Di solito la cura consiste in dosi sempre più massicce di farmaci, spesso senza particolare risultato e con sgradevoli effetti collaterali”.

La tecnica “senza fili”, prosegue Frigerio, “è invece poco invasiva e praticamente priva di effetti collaterali: non ci sono limiti d’età o controindicazioni. Consiste nell’innesto di un elettrodo nella zona all’origine del dolore, in modo che trasmetta degli impulsi elettrici che impediscono di sentire male”.

In precedenza, per impiantare un neurostimolatore midollare erano necessarie due sedute (una di prova e l’altra per l’impianto definitivo). Oggi, con la nuova metodica wireless ne basta una di mezz’ora, che avviene in sedazione in regime di day hospital, a cui seguono controlli periodici una o due volte l’anno.

Il passaggio a un sistema senza fili per alimentare l’elettrostimolatore presenta ulteriori vantaggi per il paziente: ”Il nuovo device viene impiantato nel midollo, nello spazio peridurale – dice Frigerio –, mentre il generatore di impulsi, dotato di batteria, non viene più collocato sottopelle ma in una cintura, che si può tenere addosso senza problema, grazie alle dimensioni ridotte”. E presto, conclude Frigerio, il generatore “probabilmente sarà collocato in un braccialetto o in una maglietta”.