Medicina naturale, la meditazione contro il dolore cronico
La meditazione può ridurre non soltanto il dolore, ma anche l’uso e l’abuso di farmaci oppiacei tra le persone che ne soffrono in forma cronica. A dirlo è una sperimentazione dell’University of Utah sostenuta dal National Institute on drug abuse statunitense, i cui risultati sono stati pubblicati sul Journal of Consulting and Clinical Psychology.
Il ricercatore Eric Garland ha messo a punto un nuovo trattamento, chiamato Mindfulness-oriented enhancement recovery (More), che si sviluppa in tre fasi: la prima è esercitare la consapevolezza (mindfulness training) verso i propri pensieri, azioni ed emozioni; la seconda è riformulare (reappraisal) un evento negativo come un momento di crescita personale; la terza fase è la capacità di assaporare (savoring) immagini, esperienze e sensazioni gratificanti.
La tecnica di Garland, che prevede sessioni di gruppo della durata di circa due ore, con esercizi pratici, psico-educazione e lavoro da svolgere a casa, è stata sperimentata per due mesi da 115 persone (il 68% donne) affette da dolore cronico. Prima del trattamento, quasi il 75% del gruppo abusava di farmaci oppioidi o di automedicazione; dopo il trattamento, invece, il 60% ha ridotto i farmaci e il 22% ha mostrato un evidente miglioramento fisico.
“Gli interventi mentali possono affrontare i problemi fisici come il dolore, sia a livello psicologico che biologico, perché la mente e il corpo sono interconnessi – spiega Garland –. Tutto ciò che accade nel cervello accade nel corpo, così cambiando il funzionamento del cervello si altera il funzionamento del corpo”.
“Le persone con dolore cronico hanno bisogno di sollievo e gli oppioidi sono clinicamente appropriati per molte persone – continua Garland –. Tuttavia, una nuova opzione è necessaria dal momento che i trattamenti esistenti potrebbero non alleviare il dolore adeguatamente e si devono evitare i problemi che derivano da un uso cronico di oppiacei”.