Terapia del dolore cronico

Cento citta’ contro il dolore: “Centomila volte grazie”

Li vorrebbe ringraziare una per una e nome per nome, il presidente della Fondazione ISAL. Ma sono tante, tantissime le persone e le associazioni, che sabato 12 ottobre – dalla Sicilia al Piemonte, dall’Abruzzo alla Lombardia, con puntate anche in Australia, Belgio, Canada, Colombia, Germania, Gran Bretagna, Irlanda, Malta, Olanda e Spagna – hanno reso possibile la terza edizione della Giornata internazionale Cento città contro il dolore. Il rischio è di dimenticarsene qualcuno: meglio, allora, un sentito ringraziamento collettivo.

Il successo di questa Giornata è merito di tutti, di chi lavora all’ISAL e dei tanti amici che ci hanno aiutato – dice il professor William Raffaeli –. Un grazie va innanzitutto alle centinaia e centinaia di volontari, medici e specializzandi, che hanno donato il loro tempo e sono scesi in piazza insieme a noi, qualcuno sfidando pure la pioggia, in oltre 90 città italiane, per spiegare che il dolore può essere curato e che le cure sono non solo un bisogno, ma un diritto”.

Preziosa e indispensabile è stata anche la collaborazione dei nuovi partner internazionali come Pain Alliance Europe, Efic e Active Citizenship Network – continua William Raffaeli –, di quelli storici come Carta BCC e Grunenthal Italia, che come sempre ci ha dato il suo contributo incondizionato, e di chi si è unito al nostro cammino quest’anno come Life Episteme Italia e DiSulmona, che con i loro confetti ha ‘sposato la causa’ della lotta al dolore”.

Ma un grazie va anche ai giornalisti e agli organi di informazione – locali e nazionali, tradizionali e digitali, cartacei, radiofonici e televisivi –, che quest’anno hanno amplificato il messaggio di “Cento città contro il dolore” e si sono uniti alla campagna contro l’indifferenza e per la piena applicazione in Italia della legge 38/2010. Gli ultimi, ma solo in ordine di tempo, il sito di Famiglia Cristiana con il suo “No alla sofferenza inutile” e la trasmissione Radio 3 Scienze, con un’intervista (dal minuto 18:45 per chi volesse riascoltarla) allo stesso professor Raffaeli.

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