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I programmi televisivi per bambini trasmettono messaggi sbagliati sul dolore

I mass media esercitano un’enorme influenza sullo sviluppo dei bambini e sulle loro conoscenze, comprese quelle sul dolore. Comprendere la potente influenza che i media hanno sui bambini in età prescolare è importante perché questo è un periodo cruciale per lo sviluppo socio-emotivo, nonché il momento in cui si sviluppa la paura del dolore.

Uno studio canadese ha esaminato numerosi spezzoni televisivi, tratti da popolari film e programmi TV per bambini dai 4 ai 6 anni (es. Cattivissimo Me 2, Toy Story 3 e 4, Inside Out, Up…) e ha analizzato nel dettaglio tutti i momenti in cui si parlava di dolore, codificando i dettagli dell’esperienza del dolore, le risposte di chi soffriva e degli osservatori, il tipo di dolore rappresentato e il grado in cui gli osservatori hanno mostrato empatia per i personaggi con dolore. Sono state anche esaminate le differenze di genere nelle esperienze di dolore.

I risultati sono stati sorprendenti!

Il dolore è apparso come un tema piuttosto ricorrente, dato che se ne è parlato circa 9 volte in un’ora. Il 79% dei casi di dolore riguardava personaggi gravemente feriti o che provavano dolore a causa di atti violenti. I dolori quotidiani, cioè quelli più frequenti, rappresentavano invece solo il 20% dei casi di dolore. Il dolore medico e procedurale, come quello legate a punture, così come i dolori cronici sono stati rappresentati meno dell’1% per cento delle volte. Eppure, nella realtà circa 1 bambino su 5 soffre di dolore cronico.

Quando i personaggi sperimentavano dolore, raramente (solo il 10% delle volte) chiedevano aiuto o mostravano una reazione, perpetuando una percezione del dolore irrealistica e distorta che mostrava che il dolore veniva rapidamente spazzato via. Sebbene il 75% dei casi di dolore fosse assistito da osservatori, raramente rispondevano ai personaggi che provavano dolore e, quando lo facevano, mostravano livelli molto bassi di empatia o preoccupazione.

Nei programmi TV, a sperimentare dolore sono stati soprattutto i personaggi maschili. Questa sottorappresentazione del dolore nei personaggi femminili rischia di insegnare ai bambini piccoli che il dolore delle ragazze è meno frequente, reale e degno di attenzione. In effetti, i personaggi femminili sono apparsi meno propensi a cercare aiuto quando provavano dolore rispetto a quelli maschili.

Riguardo ai personaggi “osservatori” di esperienze di dolore, essi erano più preoccupati e probabilmente avrebbero aiutato maggiormente i personaggi femminili. In generale, gli osservatori avevano maggiori probabilità di mostrare risposte inappropriate (risate) nei confronti dei ragazzi con dolore. Gli osservatori maschi erano più propensi a ridere e offrire consigli verbali, mentre gli osservatori ragazze erano più empatici.

Questi risultati rivelano che i media popolari rischiano di perpetuare stereotipi di genere sul dolore, con le ragazze raffigurate come damigelle in difficoltà che mostrano più cura ed empatia e richiedono più aiuto, e i ragazzi come stoici riguardo al dolore e indifferenti verso gli altri.

Nei media per bambini, quindi, il dolore è spesso raffigurato (9 volte in un’ora) irrealisticamente e spesso violentemente; empatia e aiuto sono raramente rappresentati e gli stereotipi di genere inutili abbondano.

Questi messaggi sono potenzialmente dannosi poiché sappiamo che i bambini si rivolgono ai loro personaggi preferiti per comprendere e dare un senso alle loro esperienze quotidiane, compresa quella di dolore, e, soprattutto, per imparare a rispondere al proprio dolore e al dolore degli altri.

Questi risultati evidenziano anche la responsabilità che tutti noi abbiamo nello smantellare e modificare queste narrazioni sociali sul dolore per garantire che questa potente opportunità di apprendimento sociale non venga persa e che i bambini possano crescere maggiormente preparati ed empatici verso l’esperienza di dolore.

A questo link potete trovare l’articolo divulgativo in inglese https://theconversation.com/disney-pixar-and-netflix-are-teaching-your-children-the-wrong-messages-about-pain-149131

A questo link potete invece trovare la pubblicazione originale sulla rivista PAIN https://journals.lww.com/pain/Abstract/9000/The_sociocultural_context_of_pediatric_pain__an.98188.aspx

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