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Giornata dell’Endometriosi. La storia di Carolina: “Una parola da far conoscere sempre di più”

Oggi, 28 marzo, si celebra la Giornata dell’Endometriosi: una data istituita nel 2014 per porre l’attenzione su questa malattia che causa dolore cronico in moltissime donne.

Nel mondo si calcola che siano circa 190 milioni le donne e le adolescenti colpite da endometriosi durante l’età riproduttiva, anche se alcune possono soffrirne oltre la menopausa.

In Italia sono affette da endometriosi il 10-15% delle donne in età riproduttiva; le donne con diagnosi conclamata sono almeno 3 milioni (Dati del Ministero della Salute).

Numeri, ma anche storie. Come quella di Carolina, che abbiamo scelto di raccontare e condividere in questa giornata.

Carolina, ti va di raccontarci qualcosa di te?

Sono Carolina Berardi, ho 34 anni, nata e cresciuta a Longobucco: un piccolo ma meraviglioso paesino situato sulle montagne calabresi. Vivo a Roma da oramai sette anni per lavoro, sono una docente di scuola primaria.

Come sei arrivata a ricevere la diagnosi di endometriosi?

Ho ricevuto la mia diagnosi di endometriosi con un ritardo diagnostico di almeno 20 anni! Ho scoperto di avere questa malattia il 5 gennaio 2018, con una semplice visita ginecologica.

Quali sono le principali difficoltà che incontri ogni giorno nel tuo percorso?

 Le difficoltà maggiori che ho quotidianamente sono i dolori alla gamba sinistra in particolare, e alla zona lombare della schiena. Alcuni giorni mi alzo dalla sedia o dal letto lentamente perché ho proprio difficoltà a deambulare.

Quali invece gli aiuti su cui puoi contare?

Gli unici aiuti che ho vengono dalla vicinanza costante della mia famiglia, dei miei amici e del mio compagno. I miei nipoti sono la medicina più efficace, li amo così tanto.
Dal punto di vista medico, invece, pur avendo un’esenzione questa non copre assolutamente nulla, nessun farmaco. Pago tutto, a parte le visite periodiche in ospedale.
Io sono in cura al Sant’Orsola di Bologna con il prof. Serracchioli e il suo meraviglioso team.

Cosa vorresti dire ad altre donne che soffrono come te?

Tutte insieme dobbiamo diffondere il più possibile la parola endometriosi e parlare di quello che ne concerne: è una malattia subdola e ahimé ancora troppo sconosciuta ed estremamente sottovalutata. Ho aperto il mio account Instagram appositamente, (@caraendometriosi), per sensibilizzare più persone possibili verso questa patologia. Insieme vinceremo. L’unione fa la forza. Inoltre, mi sento di dire a tutte le donne che come me soffrono di combattere ogni giorno, di non farsi demoralizzare. La vita è una sola ed anche se con difficoltà va vissuta a pieno. Io solo così sono risalita, vivendo. Noi non siamo la nostra malattia.

Per aiutare donne che come Carolina soffrono per questa patologia, la ricerca è fondamentale.Fondazione ISAL è felice di avere dato voce a questa storia e ringraziamo Carolina.

Siamo e vogliamo essere sempre al fianco di chi soffre.

Se anche tu vuoi sostenere ISAL e la ricerca puoi farlo con una donazione sul Conto corrente: IT35Q0885224202032010052645 presso Banca Romagna EST.

Oppure puoi donare tramite PayPal sul nostro sito www.fondazioneisal.it

Se come Carolina sei un/una paziente che soffre di dolore cronico (endometriosi ma non solo) partecipa inoltre al nostro questionario: https://forms.gle/8fcTMoAsUDvzka1q6. Ci aiuterai a raccogliere i bisogni insoddisfatti di chi soffre per fornire in futuro risposte sempre più efficaci.

Silvia Sanchini

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